Giorgio Gnoli – Consulente CRM e Temporary Manager

Quando si parla di vendite, si finisce sempre per tornare lì: il processo.
Sai, quella cosa che in teoria dovrebbe accompagnarti dalla prima mail al contratto firmato.
Eppure, nella pratica, spesso è un insieme confuso di file sparsi, note vocali, conversazioni perse tra le chat e una sensazione di “lo stavo seguendo… ma poi boh”.

Ecco perché vale la pena fermarsi un attimo e chiedersi:
“Ho una pipeline commerciale o solo una lista disordinata di opportunità?”


Una pipeline serve (anche) a proteggerti da te stesso

Sembra una battuta, ma non lo è.
Quando non hai un processo strutturato, inizi a fidarti troppo del tuo istinto. “Questo cliente è caldo, lo sento.”
Poi passa un mese, non si fa più sentire, e ti ritrovi a pensare “forse dovevo seguirlo meglio”.

Una pipeline commerciale ben fatta — integrata dentro un CRM che funziona — non è solo un modo per fare ordine.
È uno strumento di consapevolezza.

Ti mostra in modo chiaro:

  • Dove si trova ogni trattativa

  • Quali step sono già stati completati

  • Cosa manca per arrivare alla chiusura

  • E, soprattutto, dove stai perdendo il controllo

Ne ho parlato anche qui, in un pezzo un po’ provocatorio ma onesto: “Il CRM come database glorificato – un’epidemia tutta italiana.”


Le fasi giuste (per te, non per il manuale)

Una pipeline efficace non ha bisogno di dieci fasi super sofisticate.
Ma neanche di due righe tipo “contattato” e “da chiudere”.

Ogni azienda ha il suo modello. L’importante è che le fasi siano:

  • Chiare

  • Misurabili

  • Riconoscibili in base al comportamento del cliente

Esempio semplificato:

  1. Lead qualificato
    → hanno budget, interesse, e sai con chi stai parlando

  2. Call conoscitiva fatta
    → hanno ascoltato la tua proposta, capito cosa offri

  3. Proposta inviata
    → hai mandato un’offerta concreta, nero su bianco

  4. In trattativa
    → stai gestendo dubbi, resistenze, limature

  5. Chiusura
    → firma, pagamento, contratto: come lo definisci tu

  6. Post-vendita
    → onboarding, feedback, cross-sell, fidelizzazione

Tutto questo deve essere visibile nel tuo CRM, in tempo reale.
Qui una guida utile per costruire un CRM semplice ma efficace, se non sai da dove iniziare.


Il CRM: da “bacheca” a vero centro di controllo

Il CRM non serve a “registrare” le cose. Serve a gestirle.
Questo è il punto chiave.

Quando è ben configurato, ti dà un vantaggio enorme:

  • Ti ricorda follow-up importanti

  • Segnala trattative che stanno andando troppo per le lunghe

  • Ti fa vedere il valore del tuo funnel, con previsioni realistiche

  • Ti permette di intervenire prima che qualcosa si perda per strada

Non è questione di software. È questione di visione operativa.
Anche un CRM semplice come quello che puoi creare con Notion può essere sufficiente, se usato nel modo giusto.

E se ti stai chiedendo: “ma quanto tempo ci vuole per impostare tutto?” — ti rispondo così: meno di quanto pensi, più di quanto sei abituato a dedicare a queste cose.


Un esempio concreto: meno caos, più conversioni

In uno dei progetti seguiti l’anno scorso, una PMI tech aveva questo problema: decine di lead “caldi” in entrata, ma pochissime chiusure.

C’erano offerte in ballo da settimane, nessuna visibilità su chi stesse seguendo cosa, follow-up lasciati al caso.

Abbiamo definito insieme una pipeline operativa, con regole semplici:

  • Nessuna opportunità resta “ferma” più di 5 giorni

  • Ogni fase ha un’attività collegata (call, mail, task)

  • La dashboard mostra il valore potenziale per mese, con previsioni attendibili

Dopo tre mesi: +28% di conversioni, ciclo di vendita ridotto del 20%, team più sereno.

Nessun miracolo. Solo processo + disciplina + dati.
E una piattaforma che li tiene insieme.

Puoi leggere anche questa guida passo-passo se vuoi implementare qualcosa di simile.


Non serve fare tutto perfetto. Serve cominciare

Il mito della “pipeline perfetta” è uno dei motivi per cui molti non iniziano mai davvero a costruirne una.
Meglio avere una struttura imperfetta ma reale, che mille fogli sparsi e idee nella testa.

Ti basta questo per partire:

  • Un CRM (anche semplice)

  • Una pipeline con 4-6 fasi ben definite

  • Un’abitudine: aggiornarla ogni giorno, anche in 2 minuti

Poi si aggiusta in corsa. Sempre.


Se vuoi andare oltre

Se vuoi migliorare anche il modo in cui gestisci le opportunità, capisci i colli di bottiglia, e rendi scalabile il tuo processo vendite, qui ci sono alcuni articoli che consiglio:

E se ti interessa un aiuto personalizzato per costruire (o ricostruire) la tua pipeline, qui trovi i miei servizi.


Conclusione? Una pipeline non serve per complicarsi la vita. Serve per venderla meglio.

Con un buon CRM al tuo fianco, diventa tutto più chiaro.
Non più “intuito e speriamo vada”, ma un processo reale, misurabile, che ti fa capire cosa sta funzionando e cosa no.

Il resto — il software, l’automazione, i report — vengono dopo.
O meglio: seguono il processo, non lo sostituiscono.

E questo, alla fine, fa tutta la differenza.