Giorgio Gnoli – Consulente CRM e Temporary Manager

Nome dell'autore: Giorgio

CRM Marketing

AB Testing nel CRM per aumentare conversioni e clic nelle email

Stai mandando email dal CRM, giusto? Hai preparato una bella campagna, scritto un oggetto accattivante (secondo te), messo un bel bottone con scritto “Scopri di più”, impostato l’orario d’invio… e via. Ma funziona? Perché il punto è questo: mandare una newsletter non basta più, e non è nemmeno una cosa così “cool” ormai. È diventata un’abitudine. Un po’ come dire “abbiamo un CRM” e poi usarlo solo per tenere i contatti. (Eh sì, succede spesso — se non mi credi, leggi questo). Ecco il punto: se hai un CRM decente, hai anche un laboratorio per testare e migliorare ogni singolo invio.E l’A/B testing è tipo il cacciavite svizzero di questa cosa. Ma cos’è davvero l’A/B testing (e perché serve nel CRM)? In pratica fai due versioni della stessa email: magari cambi solo l’oggetto, o il testo del bottone.Spedisci la A a un gruppo, la B a un altro, e poi guardi i dati. Fine. Non è rocket science. Però — e qui arriva il bello — le differenze nei risultati a volte sono assurde. Tipo: una volta ho testato due oggetti molto simili, cambia solo una parola. Uno faceva +47% di aperture rispetto all’altro. Cioè, metà lista stava ignorando la promo solo per colpa di… una parola diversa. Fa pensare, no? Comunque: Salesforce Marketing Cloud queste cose le ha integrate, ma anche con Mailchimp o ActiveCampaign ci arrivi tranquillamente. Basta avere voglia di mettersi lì. O qualcuno che te lo imposti — se vuoi, ne parliamo qui. Cosa puoi testare davvero? Allora, se cambi tutto insieme… non stai testando.Stai lanciando dadi a caso. Quindi: scegli UNA cosa alla volta. Ecco alcune idee (molto pratiche) su cosa testare: L’oggetto dell’email — è la porta d’ingresso. Se non funziona, il resto non conta. Il preview text — quello che si legge prima di aprire. Il bottone — tipo “Scopri ora” vs. “Richiedi l’accesso”. Il layout — a una colonna, con immagini, con emoji, senza. L’orario — invii di sera? Al mattino? Di sabato? Il tone of voice — professionale o chiacchierone? Il segmento — stessa mail a due gruppi diversi, per vedere chi reagisce meglio. 🧠 Qui c’è una risorsa utile se vuoi fare segmentazione fatta bene:👉 Come il CRM potenzia la segmentazione e la personalizzazione commerciale Esempio concreto: promo in partenza. Quale oggetto vince? Facciamo finta che tu stia lanciando una promo flash. Hai due versioni pronte: Email A: oggetto “Ultimi giorni per approfittare dell’offerta!” Email B: oggetto “Offerta riservata per te – scopri i dettagli” Le invii al 10% del pubblico, metà e metà. Aspetti 24 ore.Email B vola: +35% di aperture. Boom. A quel punto, mandi la B al restante 90%. Risultato?Più aperture, più clic, più vendite. E soprattutto: un dato in più su cosa funziona per il tuo pubblico.Un mattoncino in più per costruire la strategia giusta. Ma quando ha senso smettere di testare? Bella domanda.La risposta è: quando hai capito quello che dovevi capire. Tipo: Una variante sta vincendo da giorni → ok, è ora di chiudere il test. I numeri sono stabili → bene. Non ci sono eventi esterni strani → tipo fiere, Black Friday, ecc. In quei casi… fine. Archiviamo e avanti. Ma poi ci sono i momenti in cui devi ricominciare a testare: Hai un nuovo prodotto o servizio Cambia il tuo pubblico I numeri iniziano a calare Stai facendo rebranding 📍 Se ti stai rifacendo la strategia CRM (o stai cercando di capire da dove partire), ti consiglio questa guida:👉 Strategie di fidelizzazione clienti con il CRM Senza un CRM… testare è un po’ come cucinare al buio Te lo dico sinceramente: fare A/B testing senza un CRM serio è frustrante. Perché ti servono cose come: Segmenti puliti (niente doppioni, niente liste stantie) Invii automatizzati (non a mano, dai) Dashboard per leggere i risultati senza dover esportare mille Excel Integrazioni tra email, social, advertising, etc. Anche un CRM low cost può andare bene. L’importante è iniziare a usarlo sul serio. Se vuoi capire quanto ti conviene, c’è questo tool che ho creato per i miei clienti (e che uso anch’io onestamente):🧮 Calcolatore ROI CRM – ti dà un’idea precisa di quanto può valere per te l’ottimizzazione via email. Quindi: testare + CRM = meno sprechi, più risultati Facciamo un recap al volo? L’A/B testing non è difficile, ma va fatto con metodo. Serve per capire cosa funziona davvero, senza affidarsi all’intuizione. Se hai un CRM, puoi farlo meglio. Più in fretta. E con più impatto. Testare ti aiuta a non buttare soldi, tempo e attenzione dei tuoi utenti. E se ti stai chiedendo “ok ma da dove parto?”, direi da qui:📘 Guida passo passo: come implementare un CRM per la tua attività Bonus track 🎁 🧰 Se sei in fase nerd-mode ON e vuoi vedere tutti gli strumenti che consiglio, dai un’occhiata a questa:👉 Directory tool digital marketing 📩 Se vuoi un modello gratuito per la chiamata di scoperta con i clienti, lo trovi qui:👉 Modello magico gratuito A presto,GiorgioChi sono | Contattami | Tutti gli articoli del blog

CRM Marketing

Marketing Automation vs Email Marketing: Quale CRM Scegliere nel 2025

Allora, parliamone. Nel 2025 scegliere un CRM non è più una roba da “faccio due confronti, clicco su ‘acquista’ e via”. No. È tipo scegliere se andare a vivere in città o in campagna. Entrambe hanno i loro vantaggi, ma ti cambia la vita a seconda di cosa scegli. E qui il dilemma è: Marketing Automation o Email Marketing tradizionale?(Sì, sembrano simili, ma no. Spoiler: cambia TUTTO.) Partiamo dal principio. O quasi. Quando sento “email marketing”, mi viene in mente quel periodo in cui mandavo newsletter a manetta, sperando in un click. Tipo “ehi, guarda che bel post ho scritto”. Funzionava. Funzionicchia ancora, dai. Ma poi è arrivata la Marketing Automation e ha spostato l’asticella. Non solo più “mandiamo una mail”, ma robe tipo:– “se Mario ha cliccato sulla guida, mandiamogli il reminder dopo 3 giorni”– “se ha abbandonato il carrello, mostriamogli uno sconto ad hoc alle 17, che è quando di solito apre le email” Roba seria. Un po’ da maniaci del controllo. Ma, oh, funziona. Se non sai bene di cosa parlo, dai un’occhiata a questa panoramica su Salesforce Marketing Cloud. Ti chiarisce un po’ le idee, anche se poi ne esci con 18 tab aperti e la voglia di un caffè doppio. Ma serve davvero tutta questa roba? Bella domanda. Cioè… dipende.Davvero ti serve un sistema che traccia ogni singolo movimento di un utente? Oppure ti basta mandare una bella mail ogni venerdì con le ultime novità?Tipo quelle delle agenzie che scrivono “5 tool da provare questo weekend”. (Io li apro sempre, poi non provo mai nulla, ma vabbè.) La Marketing Automation è potente, certo. Ma è anche un po’ una bestia da addomesticare. Devi avere il team, le idee chiare, le risorse, i dati ben strutturati. Se no, rischi il burnout digitale. Email Marketing old school? Still alive. In realtà, se hai già un pubblico caldo (no, non tipo bollente da Black Friday, ma gente che ti conosce, ti segue, magari ha già comprato), una campagna di email marketing ben scritta fa ancora il suo sporco lavoro. Certo, magari non scalerai come un razzo, ma per piccole aziende, freelance, o startup senza millemila euro da investire, è ancora una scelta super dignitosa. Tipo, se ti riconosci qui, potresti dare un’occhiata a questa guida base per chi parte da zero col CRM. Niente fronzoli, solo roba concreta. Il punto è: che vita vuoi? Vuoi scalare come un pazzo? Fare nurturing avanzato, segmentazione dinamica, integrazione con mille tool (tipo Notion, HubSpot, Zapier, e pure il frigo smart)?Allora prendi la strada della marketing automation. E magari guarda anche come creare un CRM low-cost che regga tutto questo. Oppure preferisci avere più controllo, più semplicità, meno stress, anche se i risultati non sono “AI-powered” e “predictive”? Allora resta sull’email marketing tradizionale.Non è una retrocessione, è una scelta strategica. Considerazioni sparse, in ordine sparso: – Se sei ossessionato dal tracking (ehi, nessun giudizio), allora la marketing automation ti farà godere come un riccio.– Invece, se ti piace scrivere belle email e vedere che la gente risponde, allora il vecchio email marketing può bastare.– Se non hai idea di cosa sia un CRM, tipo zero, allora inizia da qui. Fidati, è una lettura salva-tempo. Conclusione? Mmmh. Non proprio. Perché in realtà non c’è una fine. Solo nuove scelte. Magari oggi parti con l’email marketing e tra sei mesi ti ritrovi a cercare un calcolatore per capire quanto ti fa guadagnare un CRM.O magari investi subito in automation e dopo un anno ti chiedi se serviva davvero così tanta complessità. Io? Personalmente, adoro la marketing automation. Ma… non la userei sempre e comunque.Dipende. Dalle risorse, dagli obiettivi, dal pubblico.E anche da quanta pazienza ho quella settimana. Se sei arrivato fin qui, forse ti serve un CRM. Ma quale?Te lo chiedo davvero: ne parliamo? Oppure spulcia tra gli articoli del blog. Ce n’è uno che si chiama “Perché non hai bisogno di un CRM: 9 motivi”. Lo trovi qui.Sì, ho scritto anche quello. Perché la verità, a volte, sta nei dettagli. Ci leggiamo. Oppure ci automatizziamo.

CRM Marketing

Email personalizzate con il CRM: come smettere di inviare messaggi inutili

Quante email hai aperto oggi? Nessuna? Una? Ecco.È il problema di tutti noi: riceviamo un mare di messaggi, ma pochi che ci parlano davvero. Il punto è che, con un CRM fatto bene, le email possono tornare a essere uno strumento potente. Non urlato. Non inutile. Rilevante. E no, non parlo di mettere solo il nome nel subject. Quella è personalizzazione da 2005. Il CRM non è solo “tenere in ordine i contatti” Questa frase l’ho sentita dire mille volte.Ma un CRM non è un Excel con un’interfaccia figa. È (o dovrebbe essere) un cervello che ti aiuta a mandare messaggi giusti, al momento giusto, alla persona giusta. Ad esempio:Hai un cliente che ha comprato delle scarpe da trail? Dopo 3 mesi potresti scrivergli “Ehi, queste calze tecniche nuove potrebbero interessarti?”Semplice. E molto più utile di un “Scopri tutte le nostre novità!”. Ma quindi, come si fa a creare email personalizzate con un CRM? Ti dico come la vedo io, senza complicarla troppo. Ci sono tre cose fondamentali: 1. Segmentazione, ma quella vera Dividere i contatti per comportamenti, preferenze, acquisti.No, non basta “nuovi vs vecchi clienti”.Serve sapere cosa interessa davvero a quella persona. Ha cliccato su “prodotti per la montagna”? Ha lasciato un carrello pieno? Sta aprendo solo le mail con sconti? Segnalo. Un esempio concreto? Questo: come usare il CRM per personalizzare e segmentare meglio.Non serve Salesforce da un miliardo. Basta capire i dati giusti da leggere. 2. Automazione con un po’ di cervello Non parlo di “bombardare la lista ogni 2 giorni”.Parlo di flussi che abbiano senso:– acquisto → email di conferma → qualche giorno → consiglio su come usare il prodotto– inattivo da un mese? → riattivazione gentile, non un’email minacciosa tipo “torna da noi o muori” Ecco un esempio pratico: la mia guida alla marketing automation con il CRM. Ti può ispirare. 3. Il timing è tutto Una cosa che ho imparato? Non tutti leggono le mail la mattina.Se il tuo pubblico apre alle 21 sul divano… perché spedisci alle 9 del mattino?Un CRM decente ti dà queste info. Anzi, le ti dovrebbe dare. Qui spiego perché questo dettaglio può rendere la tua pipeline prevedibile e scalabile. Vale anche per le mail. Un caso vero: sport, segmenti e +25% vendite Un brand (non posso fare nomi, sorry) ha fatto così:Ha diviso il pubblico in corridori, ciclisti, crossfit. Poi ha mandato contenuti e promo diverse per ognuno.Risultato?– Tasso apertura: oltre il 40%– Vendite: +25% in 6 mesi Niente hack. Solo buon senso, dati letti bene, e CRM usato come si deve. Le tre cose da non fare (fidati, ci sono passato) Usare il CRM come lista contattiSe lo usi solo per “avere tutto in ordine”, stai sprecando tempo e soldi.Ne parlo qui, senza mezzi termini Mandare troppe email inutiliLo so, la tentazione è forte. Ma più non vuol dire meglio.Meglio mandare meno, ma farle leggere. Pensare che la personalizzazione sia solo il nome nel subject“Ciao Giorgio, guarda le nostre offerte” è fine anni 2000.La vera personalizzazione è: “Hey Giorgio, gli accessori per la bici che hai visto sono ora in sconto.”Vedi la differenza? Da dove si inizia? Dipende dove sei ora.Se hai già un CRM, il primo passo è: lo stai usando davvero?Se non ce l’hai, qui c’è una guida pratica per scegliere e partire. Oppure, se vuoi proprio iniziare dalla base, c’è questa guida per principianti. Vuoi vedere quanto ti conviene investirci davvero? Prova il mio calcolatore di ROI CRM. In conclusione: le email personalizzate (fatte bene) funzionano ancora Il CRM non è solo uno strumento tecnico.È un modo per dire al tuo cliente: “So chi sei, ti ascolto, e non voglio farti perdere tempo”. Le email personalizzate sono questo: una conversazione, non un volantino.Ed è lì che avviene la magia. PS. Se vuoi approfondire… Cosa rende un CRM davvero efficace Come usare Notion come mini-CRM ChatGPT + CRM = automazione + personalizzazione Lead generation fatta bene (non random) Tutti i miei strumenti preferiti in un posto solo Hai bisogno di una mano? Io faccio questo di mestiere.Se vuoi parlarmi del tuo CRM, di cosa non funziona o anche solo sfogarti su Mailchimp che ti fa impazzire, mi trovi qui:👉 Contattami

CRM Marketing

Workflow CRM: cos’è, a cosa serve, perché ti salva il lavoro

Allora.Parliamoci chiaro.Ti è mai successo di dimenticarti di richiamare un potenziale cliente, solo perché non te lo sei segnato da nessuna parte? O peggio: pensavi che l’avesse già fatto qualcun altro nel team?Ecco.Benvenuto nella giungla della gestione clienti senza un workflow. Ora, lo so che “workflow CRM” suona tipo roba da manager in giacca grigia che parla di “KPI” e “milestone”. Ma qui, fidati, niente paroloni. Ti spiego semplicemente perché avere dei flussi ben fatti nel tuo CRM ti salva il lavoro. E pure un bel po’ di tempo. Ma quindi, cos’è sto “workflow CRM”? È tipo un GPS, ma per le relazioni con i clienti.Un workflow non è altro che una serie di passaggi che partono automaticamente quando succede qualcosa. Ti faccio un esempio banale:entra un nuovo lead → gli arriva un’email di benvenuto → dopo 2 giorni ti arriva il promemoria per chiamarlo → se lo chiami e ti dice “sì dai, sentiamoci meglio settimana prossima”, parte un altro reminder. Cose così. Che sembrano piccole. Ma che, messe tutte insieme, fanno la differenza tra perdere un cliente o chiudere una vendita. Se vuoi vedere come si costruisce un sistema del genere da zero (senza diventare matto), qui c’è una guida passo passo. Il CRM non è solo un posto dove scrivi nomi e numeri Questa la devo dire: un CRM senza workflow è un foglio Excel con lo zucchero a velo sopra. Bello, ordinato, ma fondamentalmente inutile se nessuno sa cosa fare dopo aver scritto il nome del cliente. Lo dico anche in questo articolo un po’ provocatorio:il vero problema in Italia non è “non avere il CRM”, è averlo e usarlo come se fosse un taccuino da mercatino.Il punto è: hai i dati? Bene. E adesso, cosa ci fai? Il vero superpotere: seguire il cliente prima, durante e dopo Molti pensano che il CRM serva solo a “gestire i contatti”. Ma in realtà, il bello arriva dopo: quando puoi creare esperienze, anche piccole, che fanno la differenza. Tipo: Ti segni il cliente → parte il flusso di onboarding → dopo 7 giorni gli chiedi se ha dubbi → dopo 30 gli mandi un aggiornamento Ti dice “magari più avanti” → tra 3 settimane parte un follow-up automatico (educato eh, non stalker) Ha comprato → riceve un’email post-vendita → dopo 2 mesi gli arriva una proposta di upsell pensata bene E tutto questo… senza doverlo ricordare tu ogni volta. Ti interessa la parte post-vendita? Qui parlo di come si può usare il CRM per fidelizzare (e non solo vendere): strategie CRM per la fidelizzazione cliente “Ma non è impersonale?” – No. È intelligente. Ok, questa domanda esce sempre.“Automatizzare i messaggi non è freddo?”Ti rispondo con un’altra domanda:è più umano dimenticarsi di un cliente, o scrivergli al momento giusto, anche se con un messaggio automatico ben scritto? Io voto la seconda. Sempre. Automatizzare non vuol dire fare spam o parlare come un robot. Vuol dire non lasciare nessuno nel limbo.E sì, puoi farlo senza sembrare un call center del 2005. Se ti interessa usare la marketing automation con un po’ di stile (e senza farla troppo complicata), ne parlo qui: la marketing automation nella tua strategia di CRM Anche il tuo team ti ringrazierà (anche se non te lo dirà) Il CRM con i workflow giusti è una di quelle cose che all’inizio sembrano noiose da impostare, ma poi diventano tipo: “ma come facevamo prima?” Perché: Il commerciale non deve scrivere ogni volta la stessa mail. Il marketing sa esattamente a che punto è ogni lead. Il customer care non deve chiedere “ma questo cliente l’ha già sentito qualcuno?” Vuoi fare un po’ di conti su quanto tempo (e soldi) potresti risparmiare? C’è questo calcolatore ROI CRM che fa il lavoro sporco per te. Ok, ma da dove inizio? Se non hai mai impostato un workflow in vita tua, non ti preoccupare.Non devi essere un ingegnere. E nemmeno avere 10 tool diversi.Ti basta un CRM decente (ce ne sono anche gratis, o quasi) e un po’ di logica.Tipo: “Cosa succede dopo che una persona mi scrive su LinkedIn?”O: “Cosa posso mandare 3 giorni dopo una demo?” Qui c’è una guida pratica per creare un CRM semplice ma efficace E se stai ancora scegliendo quale CRM usare, ti lascio anche questa guida per capire qual è il migliore per te. In conclusione (sì, ci arrivo) Il CRM da solo non basta.È lo scheletro.I workflow sono i muscoli che lo fanno muovere.Senza quelli, stai solo archiviando nomi, email e numeri.Con quelli, invece, stai costruendo relazioni. E fiducia. E vendite. E tempo libero. (Che non è male.) Se vuoi fare una chiacchierata… …per capire da dove iniziare, evitare errori, o anche solo per avere un consiglio, scrivimi qui.Oppure spulcia il blog, che è pieno di articoli scritti senza filtri e senza venderti nulla.(E sì, molti li ho scritti mentre aspettavo il treno.) Articolo scritto con il telefono, tra un caffè e una notifica, con un CRM che mi ha ricordato che era ora di pubblicarlo.

CRM Marketing

Automazione Marketing B2B e CRM: Come Gestire i Cicli di Vendita Lunghi

Se lavori nel B2B e vendi servizi o prodotti complessi, l’automazione marketing da sola non basta. Soprattutto quando ti ritrovi con cicli di vendita lunghi — tipo mesi, a volte anni — in cui tenere viva la conversazione è più difficile che chiudere un abbonamento in palestra. E qui entra in gioco il CRM. Ma non uno di quelli buttati lì tanto per dire “ce l’abbiamo anche noi il gestionale”. Parlo di un sistema intelligente, integrato, pensato davvero per il lead nurturing B2B. Che non suoni troppo freddo, né troppo venditore stile televendita. Insomma, automazione sì, ma fatta con testa. Il vero problema dei cicli di vendita lunghi: l’oblio (digitale) I cicli di vendita lunghi coinvolgono più decision maker, più call, più email… e più occasioni per essere dimenticati. Ogni passaggio è un’occasione per perdere l’attenzione del lead. Ecco perché automazione marketing e CRM devono lavorare insieme. La strategia giusta?1) Segmentare bene (davvero bene).2) Creare contenuti mirati per ogni fase.3) Usare l’automazione per essere presenti, ma non invadenti. Cioè: se uno scarica una brochure tecnica, non gli mandi il video del CEO in piscina a raccontare la mission aziendale. Gli mandi una demo, un confronto tra soluzioni, un caso studio. Cose utili. Come spiegato anche qui. Il ruolo del CRM nell’automazione marketing B2B Il CRM per il B2B serve per tracciare ogni singola interazione. E intendo tutto: apertura email, clic, tempo di permanenza su una landing, download, eventi a cui ha partecipato. Perché ti interessa tutto questo? Perché così puoi costruire una pipeline di vendita prevedibile e scalabile. Non a caso ne ho parlato meglio in questo articolo. Quindi sì, puoi automatizzare. Ma in modo intelligente:a) Se il lead apre tre email tecniche → lo porti su contenuti avanzati.b) Non interagisce da un mese → lo raffreddi con contenuti leggeri, non lo bombardi.c) Oppure partecipa a un webinar → lo inviti a una demo personalizzata. La chiave? Non automatizzare tutto per forza. Automatizza con sensibilità. L’automazione deve avere un’anima. E no, non è una frase da cioccolatino. “Sembra tutto un casino, come faccio a gestirlo?” La risposta sta nei flussi di automazione. Se usi un CRM serio (tipo Salesforce, HubSpot, o anche Notion se configurato bene — vedi qui come), puoi costruire un sistema a moduli. Tipo Lego. Solo che invece del castello, costruisci una relazione commerciale. Un esempio?Con Salesforce Flow puoi creare automazioni che si adattano in base al comportamento del lead. Tipo: Scarica PDF → parte email dopo 2 giorni. Non apre → gli riproponi il contenuto in un altro formato. Risponde → passa al commerciale. Cose che magari sembrano piccole, ma nel lungo periodo fanno tutta la differenza. L’automazione nel B2B non è fredda. Sei tu a renderla umana. C’è questa idea un po’ vintage che “l’automazione marketing B2B disumanizza il rapporto”. Ma… chi l’ha detto? In realtà, se fai tutto bene, quando arrivi alla chiamata vera con il lead, ti trovi davanti una persona che: conosce il tuo brand, ha già visto i tuoi contenuti, ha avuto interazioni personalizzate. E tu? Hai tutto tracciato. Hai il contesto. Non parti da zero. E sì, sembra una cosa da sogno — ma è realizzabile, soprattutto con un CRM che funzioni sul serio. Non devi spendere un capitale per farlo. Se stai partendo adesso, dai un occhio a questa guida al CRM low-cost. Conclusioni Quindi, per tirare le fila: Cicli di vendita lunghi = serve una strategia lenta, pensata, calibrata. Automazione marketing B2B e CRM = combo perfetta, ma solo se non la rendi impersonale. Lead nurturing = si fa con contenuti utili, segmentazione e timing. Il CRM giusto = ti fa risparmiare tempo, energia e riduce il rischio di perdere lead caldi. Se vuoi un punto di partenza concreto, fatti un giro nel blog di Giorgio o prova il calcolatore di ROI del CRM. Perché sì, anche la lentezza può portare risultati — se misurata bene. E se tutto questo ti sembra “troppa roba”, ricorda: non serve fare tutto da subito. Serve iniziare. Contattami qui se ti va. Oppure salvati l’articolo e riparti domani, magari con un caffè in mano. Io lo sto facendo ora ☕

CRM Marketing

Lead scoring CRM B2B automazione e vantaggio competitivo

Hai mai guardato il tuo CRM e pensato:“Ok, ma chi tra questi lead è davvero interessato e chi sta solo facendo finta?” Ecco. Qui entra in gioco il lead scoring nel CRM.In pratica, un sistema che ti dice quali contatti nel tuo database meritano attenzione immediata e quali no. Una roba viva, non statica. Che ti aiuta a qualificare i lead in modo intelligente, senza dover andare a occhio (o peggio, a simpatia). Cos’è il lead scoring nel CRM (senza definizioni da manuale) Il concetto base è semplice:dai un punteggio ai tuoi lead in base a chi sono e a cosa fanno. Sembra ovvio, no?Eppure quanti lo fanno davvero bene nel B2B? Spoiler: pochi. Invece serve. Serve eccome.Perché tra chi apre 1 newsletter al mese e chi ti scarica una guida completa al CRM alle 9 del mattino, una bella differenza c’è. Un sistema di lead scoring efficace nel B2B ti aiuta a: evitare di contattare gente disinteressata, dare priorità a chi ha già mostrato segnali forti, e magari chiudere una vendita prima che arrivi la concorrenza. Il comportamento dei lead conta. Eccome se conta. Qui si parla di dati comportamentali e dati demografici.Tipo: che ruolo ha il lead, in che settore lavora, quanto è grande l’azienda.Ma soprattutto: cosa ha fatto? 📩 Ha aperto tre email in fila?👀 Ha visitato più volte la pagina lead generation done 4 you?🖱️ Ha cliccato su una CTA?📅 Si è registrato a un webinar? Tutte queste azioni sono segnali.Il tuo CRM (se configurato bene) può raccoglierli e trasformarli in punteggi.E a quel punto, la magia: capisci subito quali lead sono “caldi”, pronti per essere contattati. Il trucco? Automatizzare tutto Sì, perché segnarsi i punteggi a mano su un foglio Excel non è proprio il massimo.Parliamo di CRM automatizzato, con trigger intelligenti. Esempio reale (più o meno): il lead supera i 70 punti il CRM lo assegna al commerciale parte un’email automatica si apre un task su Notion o su Salesforce Flow e tu… non devi fare nulla. Tranne chiudere la vendita. E se ti chiedi se vale davvero la pena investire tempo in tutto questo…beh, ti consiglio di dare un’occhiata al calcolatore ROI CRM.I numeri parlano chiaro. Integrazione con strumenti esterni? Sì grazie Il lead scoring B2B funziona al meglio quando parliamo di ecosistemi.CRM da una parte, piattaforma di marketing automation dall’altra, e in mezzo strumenti di analisi. Se tutto comunica bene: i dati scorrono, le campagne si adattano in tempo reale, il contenuto viene personalizzato (senza sforzo), e la customer journey diventa fluida, senza salti. Insomma, è un vantaggio competitivo vero.Se ti affidi ancora solo a un foglio Google condiviso con il team, forse è ora di fare upgrade. Ma quindi… mi serve davvero il lead scoring? Dipende.Se hai 20 contatti al mese, forse puoi farne a meno.Ma se lavori nel B2B, magari su cicli lunghi, con tanti prospect… allora sì, il lead scoring nel CRM è fondamentale. Ti fa risparmiare tempo, migliora le conversioni, e riduce la frustrazione di scrivere email a vuoto. Anzi, se vuoi partire con il piede giusto, qui c’è una guida pratica su come implementare un CRM in modo semplice ma solido.E se ancora non sei convinto che ti serva, leggi questo articolo un po’ provocatorio (spoiler: alla fine ti convincerai). Conclusione molto poco conclusiva Il lead scoring nel CRM non è una roba da nerd.È un alleato silenzioso che ti evita ore di lavoro inutile e ti aiuta a concentrarti su chi davvero può diventare cliente. In pratica, è l’arte di trasformare i dati in decisioni, senza bisogno di essere un data scientist.E se ti stai chiedendo da dove iniziare, beh… forse da qui. Nel frattempo, se ti va, dai un occhio anche a: CRM per piccole imprese Come implementare un CRM per la tua agenzia Le differenze tra CDP e CRM Giorgio Gnoli📱 Scritto al volo, ma con curaChi sono | Tutti gli articoli | Tool per marketer 💬 Vuoi anche tu il mio modello magico per la prima discovery call?Scaricalo gratis → eccolo qui

Torna in alto